sabato 14 marzo 2009

Auto, è boom dei pezzi di ricambio.

Se non ci son soldi per comprare un auto nuova, meglio curarsi la vecchia; questo significa maggiori spese di manutenzione. Questa spiega l’altra faccia della medaglia della crisi dell’auto: negli Stati Uniti il settore dei pezzi di ricambio è più florido che mai.

Autozone, numero uno nel mercato americano, ha registrato un aumento dell’8,1% delle vendite. Che hanno toccato così quota 1,4 miliardi di dollari. Nelle casse della società sono arrivati 9,2 miliardi di dollari in più. Gli utili netti sono così saliti a quota 115,9 miliardi di dollari. Con un aumento dell’8,6% rispetto a un anno fa.
I negozi con marchio Autozone sono saliti così a quota 4141 negli Usa e a 158 nel vicino Messico.

E lo stesso fenomeno si è registrato anche in Italia dove, secondo il Confartigianato Autoriparazioni, c’è stato un aumento delle riparazioni. «Ma il fenomeno che rischia di ridimensionarsi. Specialmente dopo che il governo ha varato gli incentivi alla rottamazione, che mettono a richio il futuro di molte imprese di autoriparazione». L’associzione ha chiesto misure a sostegno del settore. Come la riduzione dell’Iva o la defiscalizzazione sulle riparazioni di auto e moto, il credito agevolato per la manutenzione dei veicoli, l’aumento degli incentivi per chi decide di trasformare la propria auto da benzina a Gpl. Provvedimenti che - si legge nel documento dell’associazione - servirebbero a «intercettare la domanda di quei consumatori che non sono interessati all’acquisto di un auto nuova. Ma che vogliono migliorare l’efficienza e la sicurezza dei propri veicoli»

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