martedì 31 marzo 2009

Studia la chiocciola del tuo giardino e partecipa a una ricerca sull'evoluzione.

Una ricerca avviata dalla Open University e dallo University College di Londra punta a coinvolgere tutta la popolazione europea nel censimento delle chiocciole di terra - Cepaea nemoralis - in modo da raccogliere il maggior numero possibile di dati sulle varie trasformazioni che questi molluschi hanno subito negli ultimi decenni. Il tutto al fine di comprendere nuovi aspetti dell’evoluzione degli esseri viventi sulla Terra, perché – come ha spiegato il professor Jonathan Silvertown della Open University – la Cepaea nemoralis «è un organismo perfetto: molto comune e facilmente analizzabile».

CENSIMENTO – A tal fine gli scienziati responsabili dell’Evolution MegaLab (come è stato battezzato lo studio) chiedono ai cittadini di diventare ricercatori e tenere gli occhi aperti per rilevare l’eventuale presenza delle chiocciole nei propri giardini, nei boschi o nei parchi pubblici, quindi analizzarle seguendo le istruzioni fornite dai coordinatori dell’iniziativa e infine inviare via internet le informazioni raccolte. I dati ricevuti saranno paragonati con quelli già presenti negli archivi degli istituti inglesi, così da far emergere differenze e sviluppi avvenuti nel tempo nelle aree di riferimento.

L’IMPORTANZA DELLE DIFFERENZE – Sulle pagine web italiane di Evolution Megalab viene spiegato che le striature sui gusci delle lumache possono dirci molte cose e che sarebbe interessante capire, per esempio, se la densità di alcuni uccelli che si nutrono delle chiocciole «influisce in qualche modo sulla distribuzione di colore e bandeggio delle conchiglie». Di conseguenza – si chiedono i ricercatori – «se tale densità è cambiata negli ultimi anni, sono cambiate anche le chiocciole?». Tra le cose che lo studio mira ad approfondire vi è anche la possibilità che la distribuzione dei colori delle conchiglie sia cambiata conseguentemente al riscaldamento climatico. Il progetto è stato avviato ufficialmente il 30 marzo, durerà sei mesi e sarà uno dei più grandi studi sull’evoluzione mai condotti al mondo.

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