venerdì 22 maggio 2009

Arpat: la Toscana ed i rifiuti pericolosi.

Da qualche mese ARPAT ha trasmesso alla Regione Toscana un rapporto aggiornato in merito alla situazione dei rifiuti speciali pericolosi in Toscana
Il rapporto esamina la produzione e gestione dei rifiuti speciali pericolosi nel 2006 - ultimo anno di disponibilità dei dati - ed il trend rispetto agli anni precedenti (2002-2006) sulla base delle sole informazioni rese disponibili dalle dichiarazioni MUD.
La fonte dei dati esaminati è costituita dalle banche dati delle dichiarazioni MUD che afferiscono ogni anno alla Sezione regionale del Catasto rifiuti (di seguito denominata SRCR) presso ARPAT tramite le Camere di Commercio, ai sensi della L.70/94 e degli obblighi derivanti dalla normativa di settore.
Nel 2006 sono state dichiarate in produzione circa 320.000 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi.
Le province che contribuiscono maggiormente al totale (Figura 1) sono Livorno con il 30% (pari a 95.000 t circa) e Pisa con il 22% del totale (pari a 71.500 t). Si tratta in entrambi i casi prevalentemente di rifiuti pericolosi da trattamento rifiuti prodotti da alcuni grossi impianti (43.500 t per Pisa e 41.700 per Livorno) e di terra e rocce pericolose (18.500 t per Livorno e 8.500 t per Pisa) provenienti da lavori di scavo. Segue Firenze, che nel 2006 contribuisce per circa il 15% al totale regionale, mentre le restanti province mostrano produzioni inferiori al 10% con Lucca e Arezzo intorno al 7%, Pistoia e Grosseto a circa il 3,8%, Siena e Prato rispettivamente al 2,9% e al 2,3%.

Analisi del trend 2002 – 2006 per provincia e per CER

Nel periodo preso in esame (2002-2006) i quantitativi dichiarati di produzione di rifiuti speciali pericolosi si mantengono tra 275.000 t e 350.000 t (Figura 2).
La variabilità tra un anno e l’altro è attribuibile prevalentemente ai rifiuti secondari (rifiuti da gestione rifiuti); più lineare quella associata ai rifiuti primari (rifiuti prodotti prevalentemente dai settori agricolo, manifatturiero e terziario).
Sotto il profilo delle tipologie specifiche invece quelle più soggette a variazione riguardano:

- rifiuti da prospezione o estrazione (CER 01): sono sempre associati alla provincia di Firenze e in particolare ai cantieri dell’alta velocità. Si tratta per lo più di rifiuti prodotti durante le operazioni di scavo

- rifiuti dei processi chimici inorganici (CER 06): l’anno 2002 è caratterizzato da una produzione elevata di questa tipologia di rifiuti (32.500 t) a carico dell’azienda di lavorazione dell’acido borico di Pomarance (PI). Negli anni successivi a causa della cessazione di attività dell’azienda questi rifiuti subiscono una drastica diminuzione e i quantitativi residui sono a carico di più aziende.

- oli esausti (CER 13), il quantitativo del 2002 (42.000 t circa) era dovuto in gran parte (32%) a una produzione straordinaria a Livorno, centro di stoccaggio provvisorio per il Consorzio Oli Usati. Questi, destinati a una raffineria sarda che nel 2001 aveva subito un fermo impianto, erano stati allontanati in un’unica spedizione alla ripresa dell’attività del destinatario. Negli anni seguenti i quantitativi si mantengono intorno alle 25.000 t e sono imputabili a varie aziende di gestione rifiuti e di produttori primari

- rifiuti da trattamento meccanico di rifiuti (CER 19): mostrano una variabilità più contenuta dal 2002 al 2004, con valori compresi tra 50.000 e 30.000 t, si assiste invece ad forte aumento nel 2006 con oltre 100.000 t. Questo incremento (+68.500 t) per il 48% è imputabile a miscugli di rifiuti pericolosi (CER 190204) e per il 24% a rifiuti parzialmente stabilizzati (CER 190304), prodotti da soggetti gestori e diretti per lo più all’estero in impianti tedeschi.

Si mantengono costanti nel tempo:

- i rifiuti da processi chimici organici (CER 07) e sempre intorno a 20.000 t,

- i rifiuti da trattamento chimico dei metalli (CER11 – 10.000 t ),

- i rifiuti dalla lavorazione di metalli e plastica (CER 12) per circa 14.000 t

- e i rifiuti sanitari (CER18) con circa 9.000 t.

Mostrano nel tempo valori piuttosto elevati:

- i rifiuti inerti (CER 17): sono sempre superiori alle 50.000 t con un picco nel 2004 (circa 80.000 t) in concomitanza con una bonifica a Massa. In generale le terre e rocce (CER 170503) rappresentano sempre oltre un terzo del totale e sono spesso associate a interventi di bonifica: oltre al caso già citato di Massa si segnala per il 2002 anche la bonifica nello stabilimento di lavorazione dell’acido borico di Pomarance

- i rifiuti non specificati (CER 16): dal 2004 il quantitativo complessivo si mantiene superiore alle 40.000 t e la categoria con i maggiori quantitativi è quella dei veicoli fuori uso e dei rifiuti prodotti dalla loro bonifica (CER 1601, 20.000 t circa).

L’esame della produzione dichiarata di rifiuti speciali pericolosi per ambito geografico (Figura 3) mette in luce che nel periodo preso in esame le variazioni più significative interessano le province di:

Massa: i valori più alti di produzione registrati nel 2004 e 2005 rispetto al 2006 sono da attribuire ai rifiuti derivanti da bonifica, prevalentemente terre contaminate

Pisa
: il quantitativo di circa 84.000 t del 2002 è relativo in buona parte ai rifiuti chimici prodotti dalla lavorazione dell’acido borico, cessata negli anni successivi, e a terre e rocce contaminate a carico della stessa azienda. Dopo un periodo di sostanziale stabilità (con quantitativi di produzione intorno a 30-35.000 t), nel 2006 si assiste ad un aumento significativo dovuto a rifiuti secondari di varia natura di alcuni soggetti gestori di rifiuti.

Livorno: fino al 2005 mostra valori intorno alle 50.000 t, nel 2006 invece si attesta intorno a 95.000 t confermandosi come provincia maggior produttrice di rifiuti pericolosi (circa 30% del totale) a causa di terre e rocce di bonifica (CER 170503) e di rifiuti da trattamento rifiuti (CER 19) prodotti da importanti centri di gestione.

Firenze: i valori dichiarati sono in progressiva diminuzione dal 2002 con una contrazione complessiva del 52% al 2006 imputabile, in larga parte, ai rifiuti da prospezione o estrazione (CER 01) prodotti dai cantieri dell’alta velocità (diminuzione rispetto al 2002 di 26.000 t: -94%).

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