mercoledì 13 maggio 2009

Scompare il diritto di asilo, domani si vota la fiducia sul ddl sicurezza.

Il governo va avanti con le deportazioni di massa dei migranti che arrivano via mare. Parte dell'opposizione applaude. Intanto cresce la preocuppazione per la deriva italiana che impedisce il rispetto del diritto di asilo. Domani la camera vota la fiducia sul pacchetto sicurezza.

«Siamo molto preoccupati che il diritto d’asilo venga sottoposto a ulteriori restrizioni. Bisogna pensare che nel 2008 il 90 per cento dei richiedenti asilo sono arrivati via mare, quindi se adesso viene messa questa barriera ‘fisica’ vuol dire che quelle persone che avrebbero tutto il diritto di chiedere asilo in Italia verranno invece direttamente respinte in Libia, dove è noto che non c’è un sistema di accoglienza, né la possibilità di fare richiesta di asilo. E neanche la certezza che non vengano rispediti dal paese stesso da cui sono fuggiti». Il direttore del Cir Christopher Hein esprime forte preoccupazione per la deriva securitaria che ha travolto l’Italia in quest’ultima stagione del governo Berlusconi. Una stagione che potrebbe vedere a giorni la propria consacrazione grazie all’approvazione del tanto discusso ddl 2180, il famigerato pacchetto sicurezza, per il quale domani verrà votata la fiducia, in attesa del voto definitivo della camera previsto per giovedì 14 maggio.

Per il governo, finora impegnato a non scontentare la Lega, fin troppo paziente di fronte al ritiro di norme dichiaratamente xenofobe come la proposta dei «medici-spia» o dei «presidi-spia» – i cui obiettivi verranno ora demandati agli effetti del «reato di clandestinità» – è giunto il momento di cambiare rotta e fare propria la linea dura della Lega, con l’obiettivo di ammaliare l’elettorato verde. Anche se il Carroccio, dagli stati generali, ci tiene a chiarire con la voce di Umberto Bossi: «Stiamo facendo proseliti», incalzato da Calderoli che tradisce il contenzioso: «Tanto tra l’originale e l’imitazione, tutti scelgono l’originale: di Lega ce n’è una sola».
Così, mentre il premier Silvio Berlusconi dichiara che «la sinistra era ed è quella di un’Italia multietnica: la nostra idea non è così, è quella di accogliere solo chi ha le condizioni per ottenere l’asilo politico», in molti si domandano come sarà possibile accogliere rifugiati, se i potenziali aventi diritto – soprattutto con l’entrata in vigore dei pattugliamenti congiunti italo-libici del 14 maggio – verranno fermati in acque internazionali e «rispediti al mittente», come è accaduto in questi giorni.
«Si sa che la grande maggioranza dei richiedenti asilo non possono entrare attraverso i canali regolari – spiega Hein – e precludere in questo modo anche le possibilità di ingresso irregolare, o come viene prospettato nel pacchetto sicurezza, renderla addirittura un reato, effettivamente del diritto d’asilo non c’è più traccia. É un problema che non riguarda solo l’Italia: se facesse scuola, e altri paesi dovessero seguire l’esempio italiano, avremmo un problema enorme a livello di diritto internazionale».

Intanto, non restano in silenzio le molte voci contrarie a un’Italia fatta di spie, sedili riservati, bambini non registrati e genitori rinchiusi. A iniziare dalle tante realtà cattoliche, tra cui le Acli, la Caritas, il Centro Astalli, la Comunità di Sant’Egidio e la Fondazione Migrantes, che hanno espresso «viva apprensione» per le norme proposte, e presentato un nuovo appello al governo e ai parlamentari per «soluzioni legislative che sappiano coniugare la tutela degli interessi dello stato con il rispetto della dignità umana», con l’approvazione della Cei, che risponde direttamente al premier chiarendo che «la società interculturale c’è già». E alle tante organizzazioni nazionali e internazionali che fin dal principio hanno duramente criticato il decreto – difendendo in particolare il diritto alla salute e all’istruzione, tra cui l’Onu e l’Alto commissariato per i rifugiati, Amnesty international, Emergency, Medici senza frontiere, Save the children e molte altre – si aggiunge ora anche la voce autorevole di Thomas Hammarberg, il commissario per i diritti umani del consiglio d’Europa, che chiede all’Italia di smetterla con i respingimenti, definendo l’iniziativa «molto triste», perché «mina la possibilità per ogni essere umano di fuggire da repressione e violenza, ricorrendo al diritto d’asilo».

La sorpresa, piuttosto, viene da quella che, definita «opposizione», sempre più spesso sembra invece trovare sintonia con le iniziative del governo, per lo meno in sede di votazione. Un Pd nuovamente diviso tra voci contrarie al decreto, come nel caso della vicepresidente dei deputati Pd Marina Sereni che definisce «disumane» le norme contenute nel pacchetto sicurezza, e molte altre favorevoli, a cominciare dalle dichiarazioni di Piero Fassino, che nei giorni scorsi aveva giudicato «regolare» la procedura di respingimento dei nuovi arrivi via mare, spiegando inoltre che la verifica, preventiva al respingimento, della presenza tra gli arrivi di aventi diritto all’asilo sarebbe una procedura troppo complessa. Crisi d’identità, invece, per Massimo D’Alema, che interviene per rivendicare la paternità del centrosinistra dei respingimenti, che «non sono un’invenzione di Maroni», mentre Rutelli, definendo «ipocrite» le politiche di accoglienza e integrazione, incassa addirittura i complimenti di Rotondi.

http://www.carta.org

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